giovedì 10 agosto 2023

Voce del verbo stare

 Un molo piccolissimo, talmente piccolo da avere una sola barchetta di legno rossa attraccata, di quelle con remi a supportare un mini motore attempato, con il legno scambiato da tante uscite in mare. 

Il vento leggerissimo mi accarezza la pelle e i capelli ancora bagnati, li sento mentre tocca le onde come le corde di una chitarra per suonare una musica vintage. 

La voce divertente con parole ammaccate del nano in lontananza mi fa sorridere.

Il mormorio distratto della gente sulla spiaggia non mi disturba, è forte ma quasi non lo sento. 

I libri che ho letto in questi giorni hanno lasciato il segno, erano le parole giuste per ricordarmi di godermi ogni secondo, nelle cose che di solito non noto perché presa a fare qualcosa di utile. Il piacere dell’inutile è un lusso che avevo dimenticato. 

Come se poi semplicemente stare non fosse la cosa più importante del mondo. 

Senza fretta, senza tempo, senza ansie.

Con leggerezza.

Soprattutto quando stai in un posto magico con le persone perfette.

Sono i momenti in cui sento mio padre ridere. 

Come se ci fosse lui dietro la mia felicità e ne fosse felice. 

E penso che i come se si possono anche omettere. 

E sto.

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